La gestione della “dizziness” nella FASU: le manovre vestibolari

Le vertigini e i sintomi dello spettro “dizziness” (capogiri, sensazione di “testa leggera” o instabilità) sono sicuramente tra le cause più frequenti di accesso alla Falls & Syncope Unit (FASU) del St. James’s Hospital di Dublino. In questi casi, come in tutti i pazienti valutati presso la FASU, l’inquadramento diagnostico comincia con il test di ortostatismo attivo (“active stand”), che viene svolto in corso di monitoraggio pressorio battito-battito. Il test consente di individuare la presenza di un calo pressorio all’assunzione dell’ortostatismo, eventualmente associato alla riproduzione dei sintomi, portando così alla diagnosi di “dizziness ortostatica”.

Quando si sospetta un’origine vestibolare della sintomatologia, isolata o in overlap con l’ipotensione ortostatica, il paziente viene sottoposto anche alla manovra di Hallpike, durante la quale si valuta la comparsa di nistagmo e/o l’eventuale riproduzione dei sintomi.

La manovra viene svolta direttamente nella clinica dai medici o dagli infermieri e consiste nel portare il paziente dalla posizione seduta al clinostatismo con il capo ruotato di circa 45° (Figura 1); viene eseguita su entrambi i lati, iniziando da quello in cui il paziente riferisce una sintomatologia meno intensa o assente. Quando la manovra di Hallpike induce la comparsa di nistagmo e/o riproduce la sintomatologia del paziente, anche se più lieve, viene successivamente eseguita la corrispondente manovra liberatoria (manovra di Epley). La manovra di Epley prevede una prima fase analoga alla manovra di Hallpike, seguita dalla rotazione del capo nella direzione opposta e poi da un’ulteriore rotazione del capo in modo da portare il paziente in decubito laterale con lo sguardo rivolto verso il pavimento; il paziente viene infine riportato in posizione seduta mantenendo il capo flesso sul tronco per circa 30 secondi (Figura 2). Se necessario, la manovra può essere eseguita su entrambi i lati e, in caso di incompleta risoluzione del quadro, può essere ripetuta, immediatamente dopo il primo trattamento o a distanza di qualche giorno.

Lo svolgimento delle manovre vestibolari nella FASU comporta notevole vantaggi sul piano diagnostico e terapeutico.

La manovra di Hallpike è molto semplice da eseguire e richiede soltanto pochi minuti, ma può dare un contributo essenziale alla diagnosi rivelando la presenza di una patologia vestibolare. Infatti, consente di diagnosticare facilmente la forma più comune di canalolitiasi e quindi di individuare un’eventuale componente vestibolare dei sintomi, senza la necessità di ricorrere ad una valutazione specialistica e con un conseguente risparmio di tempo e di risorse. Quando la manovra di Hallpike è positiva, la manovra di Epley consente di trattare subito il paziente, che può quindi essere dimesso senza necessità di ulteriori rivalutazioni, con un immediato beneficio sui sintomi e sulla qualità di vita.

Entrambe le manovre non comportano rischi per il paziente e possono essere eseguite anche nei casi in cui il quadro clinico è dubbio e la probabilità pre-test di un disturbo vestibolare non è particolarmente elevata. In questi casi, una manovra di Hallpike negativa consente ragionevolmente di escludere un’origine vestibolare dei sintomi; nei casi in cui il risultato sia dubbio, la manovra liberatoria di Epley potrà comunque essere attuata senza rischi correlati ad un eventuale sovratrattamento.

Pertanto, nella FASU le manovre vestibolari svolgono un ruolo centrale nell’inquadramento della dizziness. Infatti, due semplici manovre come la Hallpike e la Epley possono escludere un’origine vestibolare dei sintomi o, al contrario, indicare la presenza di una canalolitiasi per la quale vengono attuati – in una sola valutazione – diagnosi e trattamento. Infine, nei pazienti con episodi ricorrenti di canalolitiasi o con sintomatologia residua dopo il trattamento (anche ripetuto), la FASU offre la possibilità di svolgere cicli di riabilitazione vestibolare, utili a favorire lo sviluppo di meccanismi di compenso a livello vestibolare.